Ancor non eri nata e ti sognavo
ti costruivo già nella mia mente
col pennarello, delicatamente,
a mia immagine allora ti plasmavo.
Ogni notte vegliando ti pensavo
il cuor soffriva a volte lentamente
come il dolor che a tratti prende un dente,
d'averti un giorno allora immaginavo.
Poi tu sei nata e andavi alla marina
soffiava sui marosi forte il vento
t'accarezzava il sole ogni mattina
e ti sognavo là nel mio Salento
con i capelli rossi, sbarazzina,
l'amor che t'ho dato non mi pento
Tu folle e per un po' l'hai ricambiato
so io quanto dolore m'è costato
penso che mai tu riuscirai a capirlo
l'indifferenza non potrà finirlo
e un dì ricorderai le mie parole
quando dissolverà la nebbia il sole.
Ci penserai seduta sul divano
ascoltando cantare Celentano.
Salvatore Armando Santoro
(Donnas 27.5.2018 – 1,28)
- Sonetto ritornellato
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