Pubblicato il 20/07/2010 20:56:57
È l’imperfezione che governa il mondo. Le paranoie fitte come arbusti E noi di sotto con la pioggia che a inzupparci nasce fango; E mai che veramente siamo Increduli guardandoci le mani * Ripenso alla tristezza della guerra, ai corpi festosi mutilati, Alle ossa senza terra ancora con i denti E mi vergogno di questo mio chinare lamentoso Di queste piaghe cerebrali senza petali in caduta Né foglie da sciupare scelte al passo * Ogni ragione ha un nesso nel domani Ogni movenza il tempo, la stasi, Persino l’abrasione d’ogni lacrima svanita Rimpianta per sentirsi in mezzo agli altri Prigioni senza chiavi * E non ha senso il freddo Il caldo Né le stagioni al cuore che nascono bruciate Già prima di scaldarci Perché è nel termine l’unione L’avvento Ogni parola che vivo all’ossessione Pensando solo a un nome * Questo irreale fiato Questa passione guida promessa stancamente E mai cambiare Calcarsi gli occhi freddi nella nebbia Sconfitti, delusi, diversi, Come se gli istanti fossero infiniti E la coscienza, un morbo
(alias Marina Minet) 2008
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 1 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Teresa Anna Biccai, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|