Pubblicato il 18/02/2012 15:25:10
a cura di Carmen Moscariello
Questopera di Ninnj di Stefano Busą ha un valore escatologico dove la vita č pellegrina in assorta ricerca delluomo e di Dio.
Voi strappandomi i mari, la ricorsa, lo slancio/e dando al piede il sostegno di una terra forzata, /che avete escogitato? Un calcolo sagace:/
il moto delle labbra non puņ venir sottratto.
Leggendo i versi della Busą si sente riecheggiare la Osip Mandel Stam, la stessa ostinazione e coscienza che la parola poetica in certe vite puņ rappresentare lAssoluto e ancor pił il mezzo essenziale a sostenere un arco teso di ansie e aspettative laicamente e divinamente rincorse.
Sgocciola amaramente la vita cucita e ricucita con foglie arse, con stilemi delicati di sole e di narcisi che nascono nei luoghi insoliti e pericolosi dellesistenza di alcuni. Cogliere quei fiori puņ costituire il sacrificio di se stessi, lannullamento coraggioso in silenzi dattesa.
Il sogno e la sua infinitezza nidificano nel cuore della Poetessa. Qui la parola con la sua eleganza insegue e focalizza il sogno per consegnarlo al lettore col suo leggero e trasparente enigma.
Sipari dombra con raggi in traverso!
Le parole mietono ore corrucciate di solitudine e abbandono, il tempo č spia e allinea le ore, dallombra della morte i battiti e gli echi che feriscono per le impietose meditazioni sul vivere .
Lhumanitas poetica, qui travolge e sconvolge laria (con memoria daria).
Le sbarre non limitano lInfinito Essere, seppur configurano una prigione ormai infinitamente dolorosa da sopportare: il cielo e il vento hanno voci attutite, pił alta č quella del Poeta. La parola assume metamorfosi delicate, senza sottrarsi al dolore di dire, annunciare, assaporare, scrutare.
La poesia č nel destino dellAutrice, marchio a fuoco, vocazione alta e veritiera. Il tempo č acquoso, libera un grido trafelato, inclemente nemico al desiderio di infinitezza che si innalza .
Incalza il viaggio: il tempo e il viaggio sono epitalami di questa scrittura poetica. Si inseguono dilaniati con poche tregue. Le febbri umiliano, ma rientrano nella consuetudine poetica, riducono in polvere, ma la ricerca di un altrove di infinitezza non cede il passo. Il demone poetico č liberatorio, pił forte di qualsivoglia umiliazione. La morte assedia, č lģ in agguato; bandito con sguardo furbo che osserva in silenzio un crudele silenzio.
In questopera i protagonisti sono il tempo e il viaggio, i loro occhi sapienti sanno guardare, sfidano il dolore, con coraggio non rassegnano alcuna dimissione.
Alla Busą, Il suo ruolo di Poeta le permette di posarsi sul gradino pił alto, da lģ guardare la vita, nel suo percorso: un fiume con molti ciottoli, con improvvisi fascinosi gorghi, tutto si esplicita senza riserve. La poesia non diviene mai gemito. Il percorso lumeggia incredibili limiti; il tempo insaziato cerca la vita, desidera la vita! Nella sua pienezza di albe e di notti, di estate festose e dinverni ghiacciati , la poesia tutto ci restituisce; non si placa la volontą di amare e cercare la vita, interamente. Lo scudo del sogno non fa intravedere future appaganti gioie, rimane desiderio infinito, dolorosa trepidante ricerca, traguardo mai raggiunto dellinfinito senso di Dio.
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