Un rimando alla pietra
al legno
e di terra sopra terra
alla fine è questo
quello che rimane
questi gusci vuoti come verruche
escrescenze
anzi meno
meno dell’ombra d’un lichene
Mura e solai che
per assenza d’uomini
più non vedono
non registrano
i sentimenti dei nostri viventi
al passare di stagioni
fatti
altre persone
di affetti
ma solo l’energia del vento quando c’è
della pioggia
pari in questo a muta pietra
che dal suolo sgorga ma rimane
a morta cenere in un accampamento
Si sostituisce al nostro fare
di quando in quando
la leggerezza dello striscio della serpe
del passo della volpe
del volo del colombo
quasi indifferenti ai mutamenti
nel dentro di questo spazio abbandonato
così come l’ormai rovina
non percepisce il tempo
che a noi incolla pensieri e sentimenti
nell’andare del presente
a ciò che immobile appare
al nostro rapido àutoàndare
gli occhi fissi a chi ci è di fianco
(tratta da una raccolta inediata ancora senza titolo)
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