Vento che spiri tra i rami dei tigli
Imperlati di teneri germogli
E porti il canto degli uccelli
Di balcone in balcone
E i profumi dei fiori
Alle narici viola degli insetti,
Che conosci il moto lento dei pensieri
Quando di notte si piegano confusi
Nel cavo buio del sonno.
Vento che gonfi vele
Che porti bianche ali sopra gli occhi,
Echi sommessi di lontane voci
Dietro le porte sigillate del tempo.
Nulla rimane sulla strada montana
Che all’impazzata percorri.
Signore dello spazio
Le nubi che trascini dai più remoti orizzonti
Hanno pioggia gioiosa e infantili giochi
Malinconia di vaste solitudini.
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