Gioele assomiglia al padre, dicono,
avrà forse domani barba e baffi,
occhi scuri quelli sì, lo sguardo
dei camini accesi e visioni verdi
di cime bianche e ripidi sentieri.
Avrà un talento naturale a dove mettere
le mani e il cuore, un riflesso azzurro
di cieli senza nuvole in affitto.
Lo guardo muoversi nel mondo
con le ali appena schiuse, versi
in boccio come fiori appena nati.
Una finestra aperta di sorrisi è
la sua bocca, gorgoglia il fiato
ed io rivedo nell’abbraccio il figlio.
Forse,
domani conterà le rughe sul mio viso
ed io mi lascerò cullare come una bambina
perché sai, un figlio è padre, e il padre
è sempre figlio mio, oltre il tempo.
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