Pubblicato il 27/03/2018 08:15:47
Dove finiscono tutti gli sguardi che il caso fa incontrare nel silenzio dal sorgere del sole al suo tramonto? Gli sguardi amanti colti dentro al tempio dei giochi proibiti delle intese, quei lampi sai che sfrecciano di giorno e tornano nei sogni della notte? Che fine fanno quelle mute occhiate che stancamente implorano i passanti nel metropolitano pio groviglio delle coscienze confessate e linde? E i dolorosi sguardi dei migranti che irrompono nell’ora del tigì su tavole imbandite e comprensive delle disgrazie altrui ma a bocca piena? Gli sguardi all’infinito o al contingente al vuoto al troppo pieno al trascendente, o quelli rimbalzati sugli specchi di attori consumati e un po’ straniti? Gli sguardi bellicosi o impauriti gli sguardi delle prede e i predatori, di un cane abbandonato per la strada che fine fanno tutti questi sguardi?
Lampi dell’anima, le nostre storie, flebili luci viaggiano nel cosmo, quanti d’eterno, quasar di memoria; abbandonati i corpi resteranno di particelle eredità leggere, rinati sguardi, logos di salvezza per l’ordine finale di bellezza.
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