Pubblicato il 13/07/2010 09:51:51
Poggiare la mia guancia su petali di rosa tra il palmo di una mano stanca d’indigenza e l’altra inanellata con falsa noncuranza. Assorbirne il profumo e regalare la fragranza alla prima ombra che passa -ad accendere di luce un tramonto spento- che di rosso ha il manto ma dentro è opaco. Quello che resta ancora di un battito di ciglia è polvere che acceca e dolore di spine conficcate nelle dita. Si apre una finestra allora e si libera un pensiero e vola -come ali di colomba- il mio segreto antico che presto si ristora in una goccia di miele per diventare ardito.
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