Pubblicato il 15/03/2018 20:01:58
Ho ricordi di Salerno come di non esserci mai stato, forse dovrei dedicare meno tempo ai miei stati di alienazione. Le mie impronte non sono mai uguali, somigliano a un futuro immaginato, percepito al trasgredire del lenzuolo. Tra cimici morte di fresco mi elevo al tacere, non sono più capace di distinguere i volti di chi mi ha amato, ogni tanto in sogno si rincorrono voci che sono sempre la mia. Prima di addormentarmi, rileggo libri che non ho mai letto, conto i passi che non ho mai fatto. Il mio è un chiamare senza voce chi un nome non ha, non ho più ricordi di un abito bianco dato in pasto al piacere per potere poi articolare con maggior disinvoltura la sofferenza. Come cadaveri vivi che sempre la morte offendono.
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