Pubblicato il 16/07/2010 02:10:11
T’incontro tra gli ultimi barbagli di sole che nella sera dopo il temporale tranquillizzano la campagna. Hai due bellezze sovrapposte e inattese.
Seduto su una pietra ancora umida, fletti il sorriso. Si scolora la tua pelle nell’azzurro del cielo che si schiude – una lama di luce ondeggia tra i capelli mostrandone la doratura.
Ti conobbi l’estate scorsa: avanzavi flessuoso scandendo il tempo in un passo dinoccolato il collo eretto, il movimento delle membra in perpetuo equilibrio intorno al monocolo danzante e fuggitivo che sembrava far loro da centro di gravità. Sempre lì ti trovo, raccontata immagine nella mia mente – t’avvicini con eleganza vestito d’una stoffa morbida e biancastra tra sguardi di curiosità.
Nota: le parti in corsivo sono tratte da “Nomi di paesi: il paese”, Marcel Proust, Edizioni Mondadori, I Meridiani, traduzione di Giovanni Raboni (rispettivamente pagine 885 e 883).
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