Pubblicato il 16/02/2012 21:39:24
"In una serie di casi l'innamorarsi non è altro che l'investimento dell'oggetto da parte delle pulsioni sessuali allo scopo di raggiungere il soddisfacimento sessuale diretto che si estingue una volta raggiunta tale meta; questo è ciò che la gente chiama amore comune, sensuale. Ma, come è noto, raramente la situazione libidica rimane così semplice. La certezza di poter contare sul ridestarsi del bisogno appena estinto deve senz'altro essere stato il motivo più immediato che ha indotto a rivolgere sull'oggetto sessuale un investimento durevole, ad <<amarlo>> anche negli intervalli privi di desiderio." Da Psicologia delle Masse e Analisi dell'Io
Questro stralcio sottolinea ancora come la libido e la pulsione sessuale siano due pilastri fondanti della teorizzazione Freudiana. Quello che traspare è un amore egoista, quasi un modo più raffinato per enunciare concetti biologici affini all'evoluzionismo ed alla visione Darwiniana; lontano anni luce da quell'amore romantico Parigino tanto gettonato, da quel gioco di caldi sospiri, cioccolatini, rose rosse e cuori palpitanti. Ma le due cose non si escludono a vicenda. A mio avviso la dimensione "crudele" e la dimensione "affettuosa" sono solamente due facce della stessa medaglia; l'amore, in sé, come ci insegna la vita di tutti i giorni, è un concetto profondamente permeato di ambivalenza. La dimensione riproduttiva, libidica, di appagamento del desiderio e di soddisfacimento è irrinunciabile perché ascritta nelle nostre origini biologiche ed ancorata ad una dimensione inconscia e meno razionale; mentre la controparte romantica è un modo (piacevole) per arrivare a tale meta. Freud in questo senso parla di una temporanea sospensione dell'appagamento fisico dovuto alla "consumazione" che deve essere compensata da questo "investimento durevole" verso l'oggetto amato. Senso riproduttivo, sessualità e sentimento si incontrano in questo gioco chiamato amore.
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