Lassa sta' la luna pelagia lassa
ch'è alta troppo e le nubi plagia
sfilaccia, orla, arrasa ch'è disgrazia
lassa sta';
l'elegia alla sera lassa sta'
che l'ombra dal colle plana veloce
a valle: silente divora con bocca vorace
la gramigna;
lassa sta' brezza e fragranza
lassa sta' che, col naso all'aria, forti
si fanno assai timo, salvia e rosmarino;
lassa sta'
la salsedine che sono vecchia
già strada c'avvolge e stravolge lassa sta'
inebriante malìa tortuosa di curve
lassa sta' che ad ogni svolta è una stretta
talvolta una casa
un muretto a secco
un prato alle volte
più spesso uno strapiombo...
ma lassa sta' che non è storia
che per me ginestra è scelta obbligata
starmene qua abbarbicata ripida
che più giù c'è il mare in piano.
Lassa sta' c'a tè randagio non si chiede
radice, ma solo frenata in verticale
o tuffo come stella cadente:
lassa sta' che a me ginestra poco appiglio
mi resta.
15/06/ 2015 woodenship
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