Una ragazza che scrive poesie
La fiuti a distanza
La riconosci dal tintinnio degli anelli
Grandi cerchi di sole agli orecchi
È mancina
Anche se usa la mano destra
Perché ha sempre qualcosa di insolito,
un diverso modo di posizionarsi sul mondo
farsi un sorriso
fraseggiare l’autunno in sanscrito
pescare tesori nell’ora di punta
pensare al suono del tramonto.
Lei si prende il tempo che vuole
donare alle cose mute
(il tavolo di formica
la bottiglietta di plastica
il tovagliolo appallottolato da ore)
senza essere Cézanne, le riconduce
a quella geometria arcana e semplice,
dà loro quella cadenza di luce
che le sottrae eternamente alla polvere.
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