LA RONDINE E IL POETA
Ritornare (acrostico)
Rondine timida, sola soletta
Indaco piume a scrivere "cambiare"
Temporeggi ancora? Temporaleggia!!!
Oltre il monte Amiata t'involasti,
Rosee albe son corona d'alloro,
Nascosta tra l'oro di alti canneti
Ascolti musica… da un’ autoradio?
Riposa il ventre chiaro, le ali tendi
E affidati al gran maestro: il Grecale...
Ritornare
Le case grigie le bigie strade
Ritornare, ai vecchi quartieri,
Il municipio, chiamato Castello
Il piccolo Teatro, finalmente restaurato.
Ritornare a varcare del Duomo, il massiccio
Portone e ritrovare il quadro, dietro l’altare
E il ritratto laterale dell’amico Perugino,
Dallo sguardo scuro e l’ambiguo viso.
Ritornare al Belvedere per ululare alla vallata,
Come quando riecheggiava il latrato del cane;
Passar davanti all’ospedale, evitandone i ricordi,
Fino al bivio della Madonnina
Che è sempre d’uopo salutare.
Ed infine risalire
Lo sterrato viale, tra radici
Di snelli cipressi e tozzi pini, ecco il cielo
Già si tinge di sangue e di lacrime blu.
Ritornare, ma
Implacabile, nella cripta
Un ragno continua a tessere.
Sbaglia chi crede (due terzine conclusive)
Sbaglia chi crede di essere solo una parte,
Perché siamo sempre una parte del tutto.
Questo al poeta insegnò la rondine
Sbaglia chi crede che si possa ritornare
Si può solo cambiare, allo stesso luogo.
Questo il poeta insegnò alla rondine.
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