Strano ritrovarsi oggi
a contemplare
del tempo che scorre
gli infiniti - piccoli - segni:
la scadenza degli yogurth a colazione,
i tempi di riconsegna dei libri in biblioteca,
gli abbonamenti da pagare,
il bollo auto
e le assicurazioni...
storie misere di periodi che scorrono
e giorni
e mesi
e anni.
Fuori
il sole sorge un po' prima di ieri;
tramonterà un po' dopo.
Nel ritirarsi delle notti
un altro inverno corre
verso la sua fine.
Poi
nuova primavera verrà
e un'altra estate
e l'autunno ancora
e l'inverno - di nuovo - infine.
Strano,
invero,
ritrovarsi a rimirare il tempo
e i suoi segnali:
ricordi
- sempre più lunghi -
di ciò ch'è stato
e speranze
- o illusioni -
- o, peggio ancora,
rassegnate accettazioni -
di ciò che verrà
(per molto meno tempo ancora
rispetto
a ciò ch'è rimasto indietro)
Tenere ancora un diario?
- mi dà repulsione dei giorni -
molto preferisco
scrivere di pensieri
e sensazioni
che scorrono - ogni attimo -
lungo il fluire del tempo:
fiume silenzioso
che mi deporra - infine -
sull'ultima riva.
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