Sono stata triste per molto anni.
Ho guardato i balconi, inviato
gli occhi a spiare le vite altrui, le palme,
l'onestà e la correttezza di questo
o quel lungomare.
Per molti anni ho versato di me
sangue ed ossa, e questo in ceste
già piene o forate irreparabilmente;
un tessuto malato, rappezzato dal principio,
lascia sempre al fondo una cancrena,
un morire silenzioso.
Oggi sono un giullare,
sono giocoliere e fantasista,
sono mago e comico.
Ma non più una marionetta.
Tirati i fili e spezzati, fui
accasciata e spinata, disossata,
spiumata.
Sono stata triste per molti anni.
Quelli che ho consacrato e issato,
credendo di vincere
la fossa con la bandiera.
Ma oggi so che non è
più mio questo allunaggio
se sono ancora un volo,
uno spillo nell'orbita,
la ciglia estratta,
sorte d'autunno,
che si inventa ago.
E pungola fastidiosa
la culla che prima ombreggiava.
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