Dall'altura le mani annodano, sfere di sterpaglia
In un moto soffiato, rotolano alterno
Giorni impigliati nella rete di sale
Canneti intrecciati rinascono a essenza
Ne giorno ne notte all'imbrunire svanirà
Ciotola di marmo di acqua velata
Svela il tuo viso insignito
Di Caronte trascini la via
Di sassi fango e melma ti incammini
Attraverso vene di mari vissuti
Non osano i piedi insanguinati ribadire
Continua la via, fitta di spine
Artigli di fiele inibiscono, l'anima cruda
La volontà non ha ostacoli, intravede le orme
Scorre a pelo di acqua e si specchia la sovrana.
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