Pubblicato il 14/01/2018 18:20:24
L’OPPIO
Là, angolo di giardino, è lui: contorto, spaccato, scavato, lacerato, nascosto. Dal tronco ferito, aperto come un mantello Svuotato ma non piegato. Braccia in alto, da poche foglie protetto Ad ogni primavera ne viene abbracciato. Pochi rami dal tempo non vinti, alzati, come speranza non lo hanno lasciato. Scivola la pioggia sullo scheletro aperto, ferita che non rimargina più. Resiste, si offre appoggio alla vite Ricordo del tempo proficuo. Ma anche essa non brama, lo avvolge lo bacia, un sussurro leggero di foglie nel vento, mia pare lo sento, gli dice: sostegno sei stato gioventù mi hai dato, il mio frutto regalato ormai ha il sapore del passato. Ma forte lo sento, con te ho vissuto, ancora nell’abbraccio che rimane nella vita l’amore è rimasto donazione e regalo per tutta la vita, la mia e la tua. Ti sosterrò, ti abbraccerò ancora, con te resterò per ciò che rimane, con te cadrò. Nel canto nel cuore rumore di caduta, con gli occhi domani in questa pianura ancora ti vedrò. E allora saprò che il tuo frutto Mai dimenticherò.
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