Portami dove il tempo
è stato qualcosa che non so dire,
dove le parole si nascondono
per non essere perdute
oltre la campagna attesa e distesa ai grani.
Lasciami di sera per cogliere lune,
di traverso o a cuore aperto,
dentro il cielo che esiste affrancato
e ripetuto ad ogni partitura.
Dammi quel silenzio intenso e astuto,
verso notte quando l’acqua arriva per mare,
a dimenticare vele e luoghi andati
e graffi sempre più ostinati.
E accetta questa mia trama esposta
per essere prova e campo
tanto da mischiare ogni colore imperfetto
come tela e incanto.
Così da non trovarmi voce affranta
o albero senza vento.
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