Queste parole che si muovono
nel perimetro oppressivo dell’aula
come alberi trapiantati nella notte.
Altri parchi, altre foreste boreali
contaminati da tentativi d’infrazione
contro un silenzio di cava.
Muovendomi a scatti
come quel folle che strapazza gerani
cerco la parte durevole di voi
in attesa nei libri accatastati
uso le pagine vuote dei dizionari
i vostri pensieri irregolari
per liberare la stella.
Voglio solo portare qui dentro
nel cerchio sconsacrato dei giorni
il vento occidentale, la simmetria della tigre
le parole della fame, l’etica non intermittente della luce.
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