Incipriata è la strada
vendemmia bianca
liscia, arcana, fatata.
Descrivimi quella curva che scivoli:
l’ultima, la più preziosa, dalle anche soggioganti
che il tuo sguardo .intera. vorrebbe solo ora.
A gomito incide il braccio dentro l’altro
in continuo andare senza un mosso ciglio d’orbita.
Ha labbra spezzate, piccoli commi
che infinitamente grandi incombono
senza alcuno sfoglio.
E balenii da un lucernaio
a schiene basse c’inquadrano cespugli
col vento a strapazzarci.
La neve vortica pazza
ovunque il pensiero possa posarsi,
senza un pasto caldo ghiaccia
.Noi. con uso di memoria
Fino alla porta priva d’occhi
che a muso calvo aspetta
e ogni senso ingoia di ciò che fummo.
Universo a tempo,
istantanea di un Cosmo
troppo pregato per nulla
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