Quante volte sorgere l’ho guardata
quella sfera che dal mare s’ergeva
là dove nel cielo egli si perdeva.
Lenta s’alzava e pareva rosata.
Dagli orti una voce echeggiava amata
e, fischiando, a me nota giungeva.
Nei solchi anche l’acqua quieta scorreva
presto la campagna s’era svegliata.
Muta guardavo dal colle i dintorni
e quando infuocata ormai era la sfera
nasceva un frinire allietando i giorni.
Poi lo sguardo si perdeva dov’era
il mare e pur se sfocati i contorni
sovviene la memoria ancora vera.
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