Qualcosa di biondo
sussurra al bianco della prima alba.
Il gelo della mia maremma
non nuoce all’occhio che guarda,
e accoglie nella sua pace parallela
il Natale che avanza.
Pini e faggi bianchi
hanno rami austeri, arti
senza monili che non sia il ricordo del pane, ma s’abbracciano.
E col pensiero abbracciano ogni visuale in tronchi netti
dalle radici ferme, autoctone,
che spingono nella loro terra
un presagio di nascita.
Tra colline e campi
si vive costellati dal mare: burbero in questo tempo,
avvicina e allontana corpi piccoli e grandi sparsi
sulla colonna del dorso.
Tollerano il vento gli indumenti spogli, lo sbarco di ogni
sembianza sulle rive di un coito amaro, le bandiere morte.
Non potrebbero altrimenti, ma sempre sperano
nella brina che salva almeno il più di un giorno.
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