Pubblicato il 07/12/2017 13:42:56
Svogliatamente ho aperto i finti rami all'albero della festa, che riposi in cantina ebbra di speranze di bagliori e di allegria e di ineluttabile energia. L'ho adornato con mille lucine a coprire il mio cupo umore, ho appeso palle dorate dove si specchiano le mie lacrime non piante, senza arte ho agganciato addobbi variopinti a coprire le nudità e le piaghe inferte dal tempo dal gelo e dall'indolenza. Ho attaccato la spina e son stata avvolta dal magico barbaglio, trasportata nel vortice della calorosa menzogna ed ho provato paura, tanta paura di non riconoscere più il vero dal falso la luce dal buio e di aver perso la mia anima, la mia essenzialità: ho paura di non reggere più la pesante ma vitale maschera. Mi accascio, abbraccio la mia solitudine e piango tante lacrime che ad una ad una appendo all'albero della festa.
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