(A Lauria)
Camini pietrosi m’appaiono
i colli dintorno ed eterei
s’espandono sbuffi di nebbia
negli umidi autunni lucani.
Sovrasta sui tetti la roccia
osserva da secoli muta
gradini consunti dai passi
sugli erti sentieri recanti
a case arroccate d’antico.
Dall’alto guarda d’intorno
le valli dipinte di caldi
colori e s’erige la torre
dell’Armo vegliando sui borghi.
Ancora di foglie cosparse
già fradice e sfatte, le strade
non più sotto i passi fruscianti.
Riverbera là sulle vette
il bianco della neve nuova.
E lieto un fruscio diffonde
monotono e lieve, il ruscello
sul nudo Presepe discosto
e mormora nuove parole
in questo fragore inudite.
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