Pubblicato il 03/12/2017 09:45:52
Senza permesso alcuno nell'anima è entrata la fitta nebbia decembrina dopo che un innocente sole dei monti aveva baciato le innevate guance.
M'ha assorbito il sorriso come ha fatto con le nubi immacolate e lucenti che libravano nel cielo sul mio assonnato paese come piatti di bilance.
Arduo e assai difficile è descrivere quest'oggi l'intenso malore che all'istante mi consuma sperando fosse lampante all'altrui invisibili occhi.
Colui che il sentimento non detiene, mai è vivo, né può riconoscere la sofferenza celata nell'indimenticabile giorno bagnato da mesta solitudine e taciturni pianti senza sbocchi.
Il cuore mi si è stretto nell'allontanare il desiderio d'essere alfine un tempo ricordato sino al dissolversi dell'atmosfera di un'umida coltre che tutto copre per naturale esistenza.
Pur se, al mio rincasare, parrà di guardarmi allo specchio dinanzi alla sfioritura d'invisibili fiori che avrei voluto mi fossero regalati da qualcuno che ha dedicato un gentile pensiero alla mia essenza.
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