Pubblicato il 29/11/2017 09:41:28
si è raccolto rannicchiato come un bambino nel sonno ha piume che bendano gli occhi per quel tuo stare insensato per il tuo svanire tra lame affilate e cocci di vetro ora fotogramma sbiadito aura nera certo fu mio l’errore l’equivoco di un tempo dove ti vedevo come qualcuno che restava. *** cercavo una voce ma tu venivi come un giorno scuro tra le case perdute venivi tra rivoli di un tempo bugiardo venivi tra le case dove a sprazzi il sole, dove i gesti erano premonizioni. Tragico falsario di lune e sogni giocoliere del nulla. Cerco una voce solo mia in un inverno che fiocca neve sui passi sul davanzale sul giardino sulle cose che ci hanno visto andare senza voltarci. *** un luogo senza fantasmi senza specchi nessun riflesso di quel che non sono. Mi prendo il rischio di un’ennesima alba che torce il viso, dichiaro il nulla del bianco, la neve. Questo rimarrà. E l’aria trasparente. Camminavo cancellandomi porgevo il fianco cieco, abitavo nuvole senza cielo, equilibrista tra vuoto e pieno. Nessun luogo, un nulla desolato il più difficile da dire muffa e pareti bianche e rughe pensavo casa ma franava l’amore oltre la soglia lontano.
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