I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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I poeti non muoiono
Io? Io vado scalzo verso inniò, i suoi occhi il celeste pitturato da un bambino. Pierluigi Cappello
Muore giovane chi è caro agli dei tu caro lo eri anche agli uomini e l'erba si è piegata soffice al tuo andare il corpo teso nella corsa ritrovata sei tornato a volare sulla pista poi scalzo hai camminato verso inniò 1 non sei nella terra, no - perché i poeti non muoiono i poeti con lo sguardo e la voce chiari come i tuoi portano la luce e gli alisei nella foresta scura di un dolore nel buio accecante del foglio in poesie che disvelano la bellezza il luccichio segreto del coraggio di inoltrarsi nella continuità di albe e tramonti, l'anima esposta.
Niente più fatica, Pierluigi, ogni peso tolto ti penso oltre la siepe dove nell' aria chiara libero si fa spazio il richiamo del codirosso.
parola friulana che si traduce in nessun dove
Id: 55165 Data: 29/10/2019 12:00:55
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Trilogia
si è raccolto rannicchiato come un bambino nel sonno ha piume che bendano gli occhi per quel tuo stare insensato per il tuo svanire tra lame affilate e cocci di vetro ora fotogramma sbiadito aura nera certo fu mio l’errore l’equivoco di un tempo dove ti vedevo come qualcuno che restava. *** cercavo una voce ma tu venivi come un giorno scuro tra le case perdute venivi tra rivoli di un tempo bugiardo venivi tra le case dove a sprazzi il sole, dove i gesti erano premonizioni. Tragico falsario di lune e sogni giocoliere del nulla. Cerco una voce solo mia in un inverno che fiocca neve sui passi sul davanzale sul giardino sulle cose che ci hanno visto andare senza voltarci. *** un luogo senza fantasmi senza specchi nessun riflesso di quel che non sono. Mi prendo il rischio di un’ennesima alba che torce il viso, dichiaro il nulla del bianco, la neve. Questo rimarrà. E l’aria trasparente. Camminavo cancellandomi porgevo il fianco cieco, abitavo nuvole senza cielo, equilibrista tra vuoto e pieno. Nessun luogo, un nulla desolato il più difficile da dire muffa e pareti bianche e rughe pensavo casa ma franava l’amore oltre la soglia lontano.
Id: 45376 Data: 29/11/2017 09:41:28
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Ai margini dei colori
Sto ai margini dei colori in questa mattina rotta dai graffi della luce. Sul foglio travi sbarre cancelli galleggiano nel bianco mentre l'inverno infiora di ghiacci le rive (sono lì, silenziosi, in un tempo senza tempo, sogni di figure, fogli ormai bianchi) ascolto gli alberi perduti nel suono delle nuvole e solo mi è dato capire l'inquietudine del vento. La formula è stata scritta in un idioma che non so tradurre mi resta ordire la trama di una morte senza morte la porta chiusa, il telefono muto, questo silenzio.
Id: 37876 Data: 21/05/2016 19:22:44
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Improvviso il mare
(Chi non vede bene una parola, non può vedere bene un'anima.) F. Pessoa Quando la solitudine è domanda aperta a nessuno, attesa di niente e lontana pure tu mi sei, parola. Mano che mi porta, quand'è notte. (da Improvviso il mare, L'arcolaio di Fabbri, 2012)
Id: 32148 Data: 26/04/2015 11:42:04
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Come possono essere tristi
Come possono essere tristi i giorni assolati d’estate? Azzurrissimo il cielo e gli alberi con il verde nuovo, i muri e i cancelli assaliti dalle rose. Ma tu cerchi la nuvola, l’ortica tra l’erba di un giardino, il ramo seccato…qualcosa che incrini quest’armonia pronta a cedere di schianto, fragile vetrata d’aria e di corruttibili colori. Siano pure i corvi, il loro nero gracchiare, a frangere l’ immobilità in minuscoli frammenti di luce. Saranno più lievi i tagli, sommesso il clamore dell’azzurro - questa deriva spossata di luce. E vorresti una misura per l’incontenibile cielo, una profondità impossibile. Lo sguardo presagisce solo il rameggio scarno degli alberi, la pioggia… geometria scontata dei giorni. Rari i segni, e confusi. L’aria sa di cose andate, bruciate al fuoco di mille estati. Che attendi, seduto sul muretto calcinato dal sole? Qualcuno sotto lo stesso sole canta. Sconosciuta dolcezza.
Id: 32131 Data: 25/04/2015 13:23:16
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Senza titolo
Pensarsi altro ora che vivo la matita sottile del tempo. Pensarsi un'altra strada segnata da mie parole. Solco fatti ala. Alta sulle macerie.
Id: 30793 Data: 24/02/2015 19:46:18
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Al padre
Riavvolgere il tempo ritrovare il basso della tua voce. E ti dico dell’inquietudine del figlio della fragilità delle ragazze. Ascolti paziente e scuoti il capo, il mondo non è più come ai tuoi tempi quando bastava alla festa la polenta in tavola, fumante. Mi dici della tua giovinezza: <<Aviere scelto, sai, e avrei potuto diventare sottufficiale, ma quel giorno nell’hangar l’aereo lo misi proprio male>> E ridi con gli occhi scuri limpidi dei trent’anni e mi diventi figlio come quando mi guardasti smarrito un’ultima volta prima di voltarti: <<Temo che questa volta finisca male>> <<Che sciocchezza papà, presto starai bene>> Poi le flebo, la morfina e tutto quell’azzurro quando te ne andasti tutto quell’azzurro che vacillava stordito.
Id: 29458 Data: 23/12/2014 16:20:27
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Haiku
Bianco acceso dei ciliegi in fiore neve a primavera La galaverna ragnatele di luce ricamo del vento Noi, che passiamo forse un poco felici in un domani Oscura notte la matita spezzata stellata e ghiaccio. È luce il prato fioritura nevosa accesa nel sole
Id: 28529 Data: 08/11/2014 15:24:10
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Nessuna terra è promessa
Una luce stonata filtrata dalle fessure
finestra che apre un occhio
sulle cose finite ieri per un caso
o un corso del tempo che è tempo
questo senza padri, tempo di templi
e dèi falsi, cartamoneta e casta
erette come un fallo arrogante
distruzione d’anime senza terre da abitare.
Dove la grazia è maceria, scostàti
la dignità e il pensiero
avvoltoi volteggiano, scavano
col becco vorace
fin dove mai arreso gira
attorno al tornio disperato
chi resiste nel grido
d’una fabbrica di fame e dolore.
La vita si aggrappa tenace a un filo d’erba.
L’infanzia è stata una bugia crudele
e nessuna terra è promessa.
Questa terra di nessuno
questa nostra terra
brucia.
Id: 17271 Data: 30/10/2012 10:59:37
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Essere cosa
Essere cosa.
Accadde che l’immagine penetrò lo specchio. Vi si stabilì incurante del suo patire e degli scricchiolii, di un inutile contorcersi. C’è una sofferenza che attiene anche agli oggetti. Invano lo specchio tentò di cacciare l’oscuro intruso, invano si sforzò di rimanere intatto. Cedette, si frantumò in minute schegge, così lesta l’immagine scivolò via, si diresse altrove.
Ma era solamente uno specchio, una cosa e questa non è una poesia
Id: 15464 Data: 02/07/2012 12:54:31
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Per Alice
La carezza complice che mi sfiora la spalla lo sguardo cobalto dove imparo il volo. Ritrovano un ordine le cose nella stretta felpata della sua mano che tiene il mondo come un cavalluccio di legno e fiorisce primavere e attese che ride promesse e acque trillanti trottola di colori e stupore ali della meraviglia sei l’alba e il ritorno sei l’assenso che gonfia maree e colora la luna.
Id: 13361 Data: 08/03/2012 10:22:03
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Un addio
Saperlo era il vento tra i pensieri la sedia stanca di provvisorie distratte presenze l'assenza riposta tra i barattoli del caffè e dello zucchero nella credenza mentre l'alba rotolava verso destinazioni sconosciute e bianco saliva il giorno. Lui usciva e poi tornava, mai veramente. Scricchiolava la sedia. Si dissero addio lungo una vita,lei ricorda sere di barche lontane, il mare, qualcosa confusamente sognato in nessun luogo che poteva dirsi amore, casa.
LZ
Id: 11267 Data: 27/11/2011 09:27:58
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Inediti
I
Verso il margine. Fruga l'aperto, il duro cielo di novembre, qualcosa rimasto nel fondo incomprensibile. Il tempo osserva. Polvere e petali, ghiacci eterni. Alla fine dei nomi forme senza tempo. È poco è tutto. Pare strano non sanguini la luna.
II
Lingua di fiori, il sentiero ha colori che evaporano. Per il nulla fiorisce la rosa. Dove finisce l'azzurro cade il nome, abbacinato e i libri scordano le parole. Ripetere per la notte, per la distanza delle mani, per il nulla, infine?
Id: 10780 Data: 30/10/2011 19:50:10
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