Verrà la morte al fine,
sfiorerà con la sua mano il mio volto,
raccoglierà l’ultimo calore
che lascia il posto al freddo,
al silenzio dei sentimenti
e del verseggiare.
Verrà, questa morte adorata,
si chinerà ad auscultare il mio petto,
a cercare di percepire l’ultimo atto del cuore,
ad archiviare gli ultimi istanti di gioia
che mi hai donato e non ho saputo cogliere.
La tua mano scorrerà sulle mie palpebre,
le abbasserà per oscurarmi il mondo,
ma io percepirò la tua presenza vicino al mio corpo,
avvertirò il tuo alito scaldare la mia pelle
ed i tuoi baci scivolare sulle mie labbra,
stamparsi sul mio volto ormai spoglio di sensazioni.
O dolce morte, tu parli il linguaggio del silenzio,
togli il fruscio ai torrenti,
la voce al vento,
lo scrosciare all’acqua,
il rombo ai tuoni.
Ed anche il calore del sole
diventerà inutile complemento
ad una pelle che già pregusta
la fine delle sensazioni e del dolore.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 15.12.2009)
La foto è presa dal blog:
http://ugobardi.blogspot.it/2014/12/lera-della-solitudine-ci-sta-uccidendo.html
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