Il Portafoglio
Per un uomo è lo scrigno della vita,
degli atti suoi importanti il condensato
ed i primi pensieri del mattino
prima di uscire e della sua battaglia
sono le chiavi, occhiali e il portafoglio.
Concentrato di cose accumulate
in ordine che solo lui conosce,
poiché lo estrae per molte volte al giorno
è uno strumento. Non può starne senza.
Patente, documenti e appunti vari,
non parliamo di carte. Una dovizia.
E conti e orari e codice fiscale
col sanitario sempre plasticati.
Bancomat e prepagate consumati
e appuntate, per non dimenticare,
le date degli impegni rilevanti
per evitare sovrapposizioni.
Di soldi? Sempre meno utilizzati.
Compendio della vita e del lavoro
Il perderlo è esiziale e nel metrò
lui ne controlla sempre la presenza.
Biglietti da visita, dell’autobus
un divieto di sosta non pagato,
una giocata al superenalotto,
un scontrino vecchio. Ma di cosa?
Due pasticche di nitro per il cuore
perché non si sa mai di questi tempi.
Il terrore di perderlo è costante,
di quel casino servirebbe copia
ma la rimanda sempre all’indomani.
Di portafogli ne ha provati tanti
ma quello giusto è quello più che usato
dei pantaloni nella tasca dietro.
Del maritozzo ha la fisionomia
sformato, lucido e pieno di cose
nonostante la moglie lo tormenti
lui non lo cambierebbe con un altro.
Avarizia? No. Solo praticità.
Pigrizia? No. La consapevolezza,
se vince il Generale non lo cambi.
Ed ogni volta che ci siede sopra
lo rassicura, standogli alle spalle.
Lo tranquillizza con la sua presenza
indispensabile in ogni occasione,
come caffè corretto con il latte
lo prende, caldo, dieci volte al giorno.
E’ sintesi di vita, un punto fermo.
Agenda del vissuto lo puntella,
di cento schiavi fa un lavoro pari
con il conforto poi del cellulare.
marco biffani
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