Pubblicato il 17/06/2010 15:06:30
E passi un dito sulla pelle sfiorando i lembi rosa di cicatrici gemelle -sottili intagli a punta di coltello- inferti per leggerezza più che per crudeltà. Non ho la stessa tua destrezza e col sospiro di un rimpianto solletico le labbra chiuse -come in una carezza- a schiudere un sorriso. Quel treno si è perso nel sottovuoto di un bicchiere capovolto tra azoto liquido e ossigeno sottratto. Ricordi? Divampava un incendio e squadre di volontari in doppio petto domarono l’assedio con prontezza. Ah, quei cappelli tra le nuvole, li riconoscerei tra mille -e a mille altri mirerei al bersaglio- per rompere catene di assiomi e strappare ogni inutile bavaglio. Non dire niente -nulla è quel che sembra- il vento è l’occasione persa che soffia appena il treno passa. Lascia idranti ed elmetto: io attendo paziente sul binario che si sviluppi un altro incendio - non porterò neanche l’ombrello- sarà la pioggia a spegnere l’inferno.
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