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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)
spiegando il grido che fa tremare l’aria quando esce dalla notte, nella luce i piccoli polmoni, le sue ossa.
Non senti che sei l’uomo nella donna, il riso di una madre al suo bambino? Nella pena del travaglio l’agonia non è miseria, ma l’odore che fa un giovane terriccio appena nato dalle foglie morte- l’invito all’alito sincero viene su come un tesoro-
nello strazio che si apre e perde sangue nel parto di tuo figlio. Non fermarti, non fermarti che per continuare il balbettio, per ricomporre ogni frammento delle foglie che hanno brillato prima di finire. Al punto di incontro delle fonti, ai nostri piedi,
la sorgente è un albero nel suo disfarsi, e il cuore, del gigante che si spezza, un’acqua pura, il lavoro di una vita nel suo andare a quell’aurora che noi chiamiamo fissa.
Con la semplice preghiera di un papavero-
che malgrado il forte vento lo scompigli, mantiene nei frammenti dei suoi petali il rosso intenso che la pioggia non attenua,
-raccolgo le mie cose nel silenzio e zoppicando, verso l’alveare, ti ripeto : c’è un liquido vermiglio che per sempre alzerà il velo ai nostri occhi;
siamo un campo rifiorito di lavanda che a forza di morire per l’essenza si veste fino a perdersi in un blu del tutto senza peso, fra i colori, e attraverso i suoi vuoti, con la luce, si unisce alla terra più leggero, come solo una porpora sa fare quando si distende su ogni petalo.
Così mi corico al fianco di ogni sera dopo avere ripetuto il girotondo con le stesse parole, ed il tuo nome, per cadere sopra il campo, dove ride l’invisibile colore, in mezzo a noi
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