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Il sacro succo dell’uva

di Marco Biffani
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Pubblicato il 16/11/2017 15:57:34

Il sacro succo dell'uva

(vanto dell’Italia)

 

Frutto degli antenati e di pazienza

nasce da un sogno, da passione e impresa

di Venere e d’amore n’è l’essenza

richiede attenta cura e lunga attesa

 

L’ordine dei filari è indicativo

l’attorcigliarsi del vitigno è vita

è un lavoro sacrale, perché vivo,

simbolo di tenacia e forza avita.

 

L’acino tondo, biondo e colorato

stretto ai compagni, pronto pel banchetto

a fine estate viene vendemmiato

se l’acqua e il sole l’hanno benedetto.

 

Anche se con i piedi calpestato,

schiacciato, offeso, il succo nasce caldo.

Lo si intuisce. Nobile è il casato.

Dove finisce l’indica l’araldo.

 

Osservato, protetto e rimboccato

e chi l’ascolta con orecchio fino

fermenta in botte, sempre controllato,

sa il tempo giusto per cambiare tino.

 

Dolce di prima spilla divien mosto

zucchero si fa allegro, spiritoso

cambia di gradazione e si fa tosto

diviene ambito nettare, gustoso.

 

Passa poi dall’ettolitro a bottiglia

filtrato, ben protetto e conservato

una bella etichetta fa da figlia

e come un bel bambino va trattato.

 

Ha vetro verde, il sole non gli piace,

merita  proprio d’essere riposato.

Ama il silenzio, il fresco e molta pace

ed è un tesoro s’è millesimato.

 

Col miele in tempi antichi miscelato

nasce da questa terra ch’è un altare

valorizza i pochi acri ed è pregiato

ma qui l’inchino è, per lavorare.

 

Del Bel Paese è frutto d’eccellenza,

attaccamento  antico a questa terra

non è sol’unprodottodi pazienza

ne generato in una buia serra.

 

Se il bouquet si dimostra da favola

ed il colore e il gusto ti strabilia,

se abbina il cibo giusto in tavola,

t’illumina d’immenso, t’ammobilia!

 

Dalla cavola in botte lo si mesce,

rosato, bianco, rosso, dolce o asciutto

a pasta, a pane, a carne m’anche a pesce

con bolle, o senza, s’accompagna a tutto.

 

Ma attenti. Se sospinti dalla voglia

abbassate la guardia, in quell’istante

senza voler si supera la soglia,

la Veritas vien fuori. Nonostante!

 

S’oltre all’annata ha anche un buon sapore,

se entra nelle Guide, siamo seri,

è un libro aperto per l’assaggiatore

e vince i cento grappoli ei bicchieri.

 

Non è solo un prodotto artigianale

cibo, cultura, arte ed anche storia

si mischiano fra loro e trovi il sale

del vanto dell’Italia, una sua gloria.

 

Io provo per l’astemio gran tristezza,

è ininfluente quello che ne pensi,

si priva, inconscio, d’una gran bellezza,

si perde l’armonia dei cinque sensi.

 

In un ambiente religioso e pio

simbol di nuova ed eterna alleanza

ce l’ha comunicato il buon Dio

onde per cui è sacra la sostanza.

 

Vive di sole, mare e fantasia,

creatività, emozione e buon mangiare,

è uno stile di vita. E’ empatia.

Duro il lavoro per poterlo fare.

 

Sogni, goduriaedarte in un bicchiere

dolcezza, amore e incontri. Ti è vicino.

Sa d’amicizia, brindisi, piacere

  noi, terra terra, lo chiamiamo VINO.  

                   

Marco Biffani


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