Pubblicato il 14/11/2017 19:22:01
Era una contrada dolce nel mio sogno dove mi trovai quasi per magia. Mille colori d'autunno tingevano le colline in stupenda armonia.
Era un paese sull'Appennino ed accogliente la piazza si apriva allo sguardo con la torre civica e la loggia in simbiosi antica.
Mi ritrovai nel centro con passo bambino. Era un sogno sì, ma tutto sembrava reale e vicino.
Mi vennero incontro quattro donne. La prima dallo sguardo brillante mi disse sorridendo: “Finalmente sei tornata...Sono l'ironia”.
Si avvicinò mesta la seconda, una lacrima negli occhi le brillava: “ Eccomi a te.... Non mi riconosci? Sono la nostalgia”.
Incedeva con passo pensoso la terza figura femminile. Negli occhi una nube d'inquietudine. Mi si fermò dinnanzi: “Tu mi conosci a fondo come l'anima gemella.... Sono la solitudine”.
Era soave l'aria, un accenno di primavera. La piazza dal fervido viavai si era fatta deserta a sera. Attesi a lungo nel gioco d'ombre. Mi venne vicino l'ultima donna dallo sguardo profondo nei colori del mare: “Ti cercavo.... E come immaginavo t'ho trovata.... Vieni con me: sono la malinconia”.
Mi svegliai alle prime luci dell'alba. Il sogno era dileguato, ma nella realtà qualcosa m'aveva lasciato. Lungo il mio esistere quotidiano incontrai diverse amiche: l'ironia, la solitudine e la nostalgia.
Ma la compagna ideale che m'ha seguito come un'ombra nel viaggio di tutta una vita è stata soltanto lei: la malinconia.
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