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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Quasi leggera morte


Testo proposto da LaRecherche.it

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Pubblicato il 12/02/2018 12:00:00

 

4

 

La minima appendice del sesto senso

o l'occhio parietale della lucertola,

i monasteri di lumache e conchiglie,

il parlottio di piccole ciglia scintillanti.

 

L'inaccessibile, com'è vicino!

E non puoi scegliere il nodo, né guardare,

come un biglietto che ti infilano in mano

e devi rispondere all'istante...

 

maggio 1932

 

 

 

5

 

Superando la fissità della natura

il durazzurro occhio ne penetra la legge:

nella crosta terrestre impazzano le rocce,

dal petto sgorga un lamento-minerale.

 

E il sordo miracolo si tende

come per una strada a corno ritorta,

per capire l'eccesso interno dello spazio,

del petalo pegno, e della cupola.

 

gennaio 1934

 

 

 

10

 

Da aghiformi calici appestati

beviamo l'ossessione delle cause,

con uncini tocchiamo grandezze

infime, quasi leggera morte.

 

E di fronte al groviglio delle asticelle

il bambino resta in silenzio -

dorme, l'universo, nella culla

della piccola eternità.

 

novembre 1933

 

 

 

11

 

E dallo spazio esco nel giardino

incolto delle grandezze,

strappo l'immaginaria costanza,

l'autoconsnenso delle cause.

 

E il tuo manuale, infinità, io leggo

da solo, lontano dagli uomini:

selvaggio erbario senza foglie,

libro di problemi delle radici enormi.

 

novembre 1933

 

 

 

[ da Quasi leggera morte, a cura di Serena Vitale, Adelphi ]

 

 


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