Ho provato ad attraversare
impavido e rincuorato
le oscurità del sentiero.
Ho provato a percorrere
aggirando i possenti tronchi
il varco da chiome per la luce.
Le ragnatele infittiscono la mente,
lo specchio trasparente
mostra l'animo solo
agli occhi foglia accartocciata
ei rumori stridenti della notte;
il fantasma, l'eco, il gran male
salpa la nave del prigioniero.
Le ustioni si spandono
e cede il braccio incatenato:
volgendomi verso il fetido
l'oblò nell'oscurità
vesto il tetro inferno
il sopruso e lo stupro.
Il furore impetuoso
squarcia e riveste le membra,
sangue e solo sangue
i miei occhi versano,
l'urlo colpisce la bolla silenziosa
voglio evadere demoni!
L'urlo mi colpisce la testa
e il sangue in terra
m'ha già soffocato.
Suonate campane!
Cadi incessante, pioggia!
Piangete miei cari
è stata la sua violenza
le mie ultime parole.
-Nando-
20/10/17
9:43 PM
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