I
Veniva poi la neve
e noi con la pelle aperta delle mani
oscillavamo tra colpa e gioia
prima di portarla alla bocca
ed in quel freddo che ti schiantava i denti
c'era come un risarcimento naturale
di tutti i gelati mancanti dell'estate
Ma nelle case degli edili
di neve non si poteva essere contenti
perché era colpa sua se si chiudevano i cantieri
e per l'umore degli adulti era come un lampo
colmare la distanza di pensiero neve-uguale-fame
Allora ci andavamo di nascosto
noi bambini a ridere e rimpinzarci
di neve anche le tasche e le mutande
e con le code d'occhio maliziose godevano
degli sguardi invidiosi dietro i vetri
dei figli delle case senza fame.
II
Luna piena
La luna questa notte è un enorme occhio aperto
per vigilare sul passaggio degli umani.
La tenebra è un manto di cobalto che nasconde
la misera ricchezza delle cose.
La guarda un ragazzo che questa notte fugge.
Lascia la casa. Esce. Tracima. Con l'entusiasmo del torrente
lascia la casa
Calpesta. Sprofonda. Emerge.
Nel fianco instabile della montagna intrisa
Calpesta, Sprofonda. Emerge
Si ferma guarda il fluire di paesaggi e nubi di acque e fuochi
e poi all'improvviso li vede fuggire
nubi di acque e fuochi
laggiù nella valle un fluido denso e vivo di legno carne ed escrementi.
Sale l'odore di marcio del giorno.
Legno e carne ed escrementi
Salgono le voci di esseri viventi immersi in una fertilissima miseria.
Gomitoli di unico filo,
Immersi in una fertilissima miseria
Sale un odore acre di uomini sconfitti e taciturni.
Eppure il filo dell'esistenza ki fa sembrare perle
uomini sconfitti e taciturni
Il ragazzo sente la povertà del sogno che porta nelle tasche.
Sente che deve formulare una grande domanda
la povertà del sogno
Si ferma e con gli occhi innocenti rivolge una domanda muta alla luna
con gli occhi innocenti
Ma non accade nulla. Solo la luce inesorabile del giorno
comincia a cancellare la notte
Ma non accade nulla
Il ragazzo teme che la luna non gli indicherà alcunché
nel buio sprofondo della notte
nel buio sprofondo
allora vattene dice offeso alla luna, ma lei finalmente risponde
finalmente risponde
Aspetta aspetta figlio mio. Dice la luna -
Prendi questa vita questa. Che è tua.
Prendi questa vita questa.
Cerca il luogo dove le madri nutrono i figli con il latte delle stelle
con il latte delle stelle
giunge il sole. Mettiti in cammino e canta. Che sia un canto
Che sia un canto
che chiama la terra che chiama la madre
che chiama noi fratelli che chiama il fuoco che chiamo il fiato
che chiama la terra la madre i fratelli il fuoco il fiato
Non sa che quel canto aprirà una larga e fertile ferita
nello splendore della miseria
Non sa
III
Chi chiama oltre la porta?
− La voce che rimane −
Viene per dirmi che è venuto il tempo
di entrare dentro le visioni
La voce chiama un'altra vita
per fare insieme la traversata della notte
Qualche dura stella già indora i cieli
e con i fili di un ragno assetato
lega tutti gli elementi del mondo
È il tempo che bussa alla mia porta?
Quanti anni possiedi?
mi chiede
Ho gli anni delle parole che sono state dette
e che ai soli si sono riscaldate
Ho gli anni dei vivi e dei morti che sono passati di qui
e sono in pace in solitudine sperduti
[ da Voci di canto generale, Kammer Edizioni ]