Pacata si muove la folla
Dalla piazza del vetusto
Maneggio,
Docile si serba di scender
Serena i grandini del Castro
E, come mille ed ancor più
Piccoli semi della patria,
Tutti s’affacciano sui
Placidi seni del Cremlino.
Dalla superba Mosca,
La capitale suprema delle
Contraddizioni, si stagliano calmi i
Piani smeraldini e le acquee vie
Che cullano la grassa terra:
Il tempo segue il passo sereno
Dei cirri lontani, col loro
Passo perpetuo e cheto
E tutto si prostra umilmente alle
Croci d’oro ornate.
Falci e Martelli fan d’orpello
Alle memorie lontane, alle
Povere e grigie genti della
Terra dai diversi misgovernata!
Eppur si rinfranca il cuor in
Moderne speranze, in sogni
Che loro vedon come lustrini
Da luci illuminati:
Terribili spettri d’una realtà
Che non conoscono!
La nostalgica Pietrogrado
Si staglia e si prostra sulle
Baltiche prosperità,
Fra quieti golfi ed oblunghe
Rene vermiglie
Che fan di te la Cesarea Regina
D’una Russia splendente
E lontana.
Il tuo fiume, la solenne Neva,
Si snoda, s’erge e governa
Imperiosa e paciosa la cittade
Antica ed i suoi cari figli
L’enfiano fieri e gagliardi.
Il fiume Fontanka
Zampilla imperiale
Nella città,
Ebbro di glorie e da
Sinuosi ponti sormontanti:
Affiora dolcissimo,
Come un bacio inaspettato
Su gote di marmo e mattoni,
E fugge con achillea alacrità
Verso più ampi lidi.
Il giovinetto Moyka,
Figlio minore
Dalle scherzose mosse,
S’appresta giocoso
Dall’agostano Eden sino al
Precordio sincero di San Pietroburgo:
E tutto riverbera una pace
Irreale, dalle plutonie
Sfumature di tristi ricordi.
La regal Peterhof dall’aurê
Cupole si staglia magnifica
Sul baltico golfo, e sospiri...
Interminabili vocî di maraviglia
Accondiscendono estasiati
Alla longinqua regalità.
Dalla capitale sino a San Sergio,
Piissimo trono dall’ortodosso
Cuore, lunghe distese di prati
E conifere rigogliose:
L’eleganti betulle dall’alba
Corteccia divengon
Il cordiale sorriso della Moscovia
E l’acqua rinasce meno cara,
Meno splendente in acquitrini
Di ninfee e Typhe slanciate.
Il lontano tempo, la passata Russia
Rinasce palese agli occhi
Incoscienti, e tragiche verità
Si disvelano, perdendo la maschera
Dell’europea illusione.
©Matteo Bona, L'inaspettato diario di Sarmatia.
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