Il mare è una massa immobile sotto un
velo trasparente e tremulo,
ma duro e freddo come il cristallo
mi appare.
Così il mare nel modo più
delicato mi rivela che
il passato è passato,
lo sguardo vitreo carezzando.
E quel che torna indietro
è qualcosa di diverso, già qualcosa
di vissuto...
ore ed ore...
Ad osservare le docili
ondine che umilmente
si vanno ad annullare,
spumeggianti appena.
Senza lamenti
si stendono a terra.
Salutano, cedendo
il posto al nuovo presente.
La massa del futuro avanza
compatta senza che ce se ne accorga
attraverso le aperture di un tremulo velo
trasparente
sollevato dall’impeto improvviso
di un maestrale intransigente e
inarrestabile.
Ma io facendomi pioggia, fitta fitta
riesco a picchiettare,
confondendo anche le ore e le stagioni,
con scoppiettanti baci tutta
la tua esistenza.
Le correnti interne si fanno trascinanti.
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