LA PANCHINA
Macchia di terra si allarga,
ferito quel parco
cicoscritto movimento
di piedi posati. Non sai perché quella fermata,
non domandi, non cerchi chi sono,
nè sapere vuoi chi lì si é fermato.
Sono soste di anziano
che stanco si é fermato
aperto ha il suo giornale.
Ma quelle che più marcano, scostano la terra,
liscia dal movimento,
queste non sono mai sole, sono giovani orme,
innamorati lì si sono fermati,
parlano, amano, si chiedono perdono.
Quante le vite, quante le storie,
quella panchina raccogliere ha potuto.
Quando sola la vedi
illuminata nel sole,
parlare non sa
toccante il silenzio ti circonda,
farne vuoi memoria,
conoscere vorrei la storia di quella panchina ora sola,
la guardo giù in fondo al viale
mi avvicino e raccolgo
voce nel silenzio che oggi mi vuole raccontare.
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