Sei caduta ancora, e non eri sola.
Chi guarda solo è più pericoloso
di chi fa male ad altre vite sulla soglia
Chiamalo violenza non amore il suo silenzio,
le sue mani troppo grandi per linguaggio,
quando prende il tuo vapore dalla bocca,
come fossero le labbra di Claudel-
e ti fa dire che eri sola e sei caduta
dalla sedia, dalla tromba delle scale,
nell’oblio. Si scrive come “ ricordarsi”
la parola “maschio” in lingua ebraica;
ricordare della parte femminile,
il buco madre,
di un infinito cosmo popolato
che ci fonda, madrenostra da sposare.
Ricorda e
che “sel’a “ non è la costola, ma il lato,
l’altro lato della luce, che ci è data,
di una tenebra infinita alla radice
capace di brillare se compiuta
posando bocca a bocca i nostri cieli.
Non morire al niente nel silenzio, e,
se il perdono fa salva la tua vita,
la verità le annuncia tutte, con un soffio.
( Work in progress )
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Amina Narimi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.