QUATTRO OSSERVAZIONI DEL BOSCO
è impossibile venire al dentro se prima non si viene al di fuori (Dante, Convivio, II, 1)
Verde cupo, l’ombra imperforabile
sulla collina, massa vegetale
orizzonte taciturno e amorfo:
questo, sentenzia Lennard, è il bosco
ma Abele sa: sono roveri e faggi:
la stagione dei narcisi verrà
persa nei propri passi e i nomi
conoscono i nostri occhi, li hanno visti
formarsi nel ventre, opache perle.
Oltre, dentro, solo un altro tempo vede
non questo che misura in ore
e Morgane non sa se restare sveglia
o sognare le attese dell’assiolo
tradurre gli aliti e gli alburni inquieti,
lei che conosce dei rami i cifrari,
e delle ali sa gli angoli del decollo.
Ma quali sensi fanno blu il canto
il volo delle spine, la loro pioggia?
Chi sa cantare alla gioia della morte?
Ha tutti i nomi:
bosco, corteccia, foglia, linfa, fuoco
sotterraneo e sublime, bianco, e rosso ché cresca e si offra.
Passa non visto, non udito.
Cos’è questo niente che divora?
Restino, a dubitare, le mani.
(da Presagi, promesse, partenze. - inedito)
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Alfredo Rienzi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.