Movesi aggraziata e dolce,
Come una calendula eterea
Sferzata dal placidissimo
Scirocco,
A mirar, con scaglie di eterno
Con frammenti di Oceano,
Ignote e stupende le
Morenti nubi.
All’infinita possanza
Dei gaudi ch’essa sconquassa
Giammai podria comparar
’L cobalto guardo che dai
Suoi occhi mi giunge.
Come la fulgida linfa
D’una stella morente,
Soltanto luce, niente altro
Che Anima.
Quell’albo fiorrancio
Dal tacito ciondolar
M’è parso un melato
Spiro di Perennità ~
Da essa solo silenzî enfiavano
Fluidi la mia mente:
Addî quinci s’apprestano
A divider questa vista,
Eppur - nella più oscura
Regione del mio ramingo
Spirto - sempre terrò caro
E gelosamente custodito ’l
Ricordo di quella gentilesca
Calta.
E sia, come una linea diamantina
Che si frange nel crepuscolo
Purpureo, questo commiato
Un filo d’eterno ricordo,
D’un fior veduto e mai colto.
©Matteo Bona, tratto dalla raccolta In der Palästra®
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