Per tutto il tempo delle labbra
si misura l’idea del vento
con quell’eternità di fiato che fa strada.
Perché sapere è un consumarsi alla fermata dell’autobus.
Come le parole quando non sono affatto sorpresa,
neanche per quell’ultimo lampione,
come quell’inizio di onda che non ha più mestiere.
E se anche la voce della notte
basta al silenzio, al cammino dei marciapiedi,
rimane un triste sollievo di pioggia
che lava il riflesso degli alberi,
delle foglie spezzate, degli occhi andati.
Allora si dirà che il cielo
è un’immagine cancellata, una giovane tenerezza
senza significato. Un lontano avvicinarsi di gambe,
di curve e piccole stelle scintillanti.
Stasera è strano l’eco del canto,
muti pianerottoli opachi e un’ultima mano
a cancellare i taxi. I bar spenti dalle insegne,
una veloce dose d’altezza e un passo goffo d’invisibilità.
Mentre cado in qualcosa di simile al sogno,
dentro una luna di portici modesti.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Bocchino Rosario, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.