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Sit venia verbo

di Adielle
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Pubblicato il 24/08/2017 16:22:10

 

Resoconto di una scrittura privata

 

Ero lì, sulla cruna del lago,

quella porzione di spazio che rubo al mare con gli occhi,

che pensavo:

-meglio essere re all' inferno che schiavo in paradiso

(spesso penso in minuscolo e in corsivo).

Dove spadroneneggio, dove spadroneggio?

Contaminati e scalzi saremo furore di anime al vento.

Per questo tutto quello che accadrà lo vedremo passare dall' alto.

Saremo scintille di tempo fuori dalla quaresima dei giorni.

E tu chi sei, Leo(n)? Scaldando Sanremi sulle scale del Duomo

a primavera. Fasi all' aperto di un lutto nazional popolare

per mezzo trasmissioni.  Il palinsesto che ogni sera si alzi il vento

dal mare, a condurre a compimento l' atmosfera del quartiere 

profuma Barcellona di un oltre sempre a portata di mano.

Prevede per oggi uno strappo alla regola, una condotta avventata,

un passaggio di stato, da perfetto soldato a inquilino fantasma

di questo mondo appena conosciuto.

Su una spiaggia d' agosto, affollata di carne da mettere al fuoco.

A ferro e fuoco il minuto di raccoglimento, in sottofondo

musica folclorica, tu lo hai preso alla lettera

e dopo appena sessanta secondi già domandavi i nomi delle cose.

Ma che vuoi, ti giustificavi, io non esisto che per venire al mondo.

Con incroci turbolenti dovremo testare

la nostra preparazione automatica, distinguere luci ed ombre

senza prove del bianco e mai poter sgranare il rosario degli occhi

d' un fiato, fino a completare la preghiera del vespro.

Le nuvole da fermare col pensiero in forme cortesi 

staccate di poco dal cielo.

Bellezza controtempo, vince sempre il tempo.

La bellezza è inutile, non serve a niente, anche quando esiste

lo fa per poco eppure è un dono d' amore

allora anche l' amore serve a poco, in certe domeniche di vetro

che non sanno esserne lo specchio.

Questa cruna del lago è un passaggio troppo stretto

per uno sguardo da lontano, ecco perchè ti tengo sempre

a portata di mano quando prego, per avere merce di scambio

nella trattativa con dio.  Così si toglie la seta dagli occhi,

con sguardi di creta, affilando la vista su orizzonti di gloria

di lame sottili. Purtroppo manca credibiltà a certi unguenti lenitivi

per cui il margine di guarigione abbia rilevanza statistica:ancora muoio.

Solo paragoni fantasmaghirigorici possono arredare

le pareti del successo: io scelgo foto di guerra.

Sottrarsi a quella tra poveri è più difficile di ciò che immagini

chiunque non abbia mai imbracciato un' arma o un ama!

Col punto esclamativo.

La vendetta mascherata da giustizia è una lama avvelenata.

Fuori dai cromosomi del reale mi dibatto per giungere

a conclusioni ulteriori: guardare al domani con occhi di ghiaccio.

Al processo di individuazione atteneva il conosci te stesso

dell' oracolo di Delfi: al di là del processo imitativo

diventare se stessi per essere felici.

In effetti, mi punga ancora vaghezza d' amare, ricorderò

il modo frettoloso della pioggia che cade o sarò la fronda che trema

al vento che monta d' estate, cantando l' estate che passa la mano?

Con un Cristo morto sulle spalle attraverserò lo specchio

sanguigno dei tuoi occhi, portandoti riflessi di un tempo in cui

ci amammo respirando l' aria dei polmoni l' uno dell' altra

con la bocca a contemplarne la portata.

La condotta del mio addome, segnata dall' assunzione dei farmaci,

costituisce l' unico reato di cui mi rendesti capace?

O conosci i miei pensieri e sai come eviti di uccidere mia madre

tutte le volte che torno a casa inaspettato?

Il vortice che mi conduce all' apice è lo stesso che mi scava la fossa

nella vergine terra dei mi ami, no, non ti conosco

ma vorrei esserti fontana.

Ho trovato le lame dove avevi nascosto le mie vene intrecciate

come kukri nell' addestramento dei guerrieri Gurkha.

Adesso sciogli ogni nodo perchè il sangue scorra fino in bocca

e si faccia parola, nell' assolo dei ricordi.

Sit venia verbo, la ragione atroce di un cuore spezzato:

che possa dire tutto, urlando o con un soffio, dislocato al largo

dove la portata è la distanza mia da te, nè noi dal resto

in questo mare aperto e poi serrato, magistrale cruna del lago-.

Non esisto ancora, ahiahiahiahiahi, cantavo, in memoria dei caduti,

essere del mondo...

... al cor non si comanda eppur mi tieni in pugno.

 

 

 

 

 


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