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Non riconosco ancora il mio profilo...

di Alberto Rizzi
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Pubblicato il 09/08/2017 23:38:06

Non riconosco ancora il mio profilo

in questi luoghi incontrati già più volte

 

passeggio incerto

lungo il profumo sopito delle strade

e tra la dolce bellezza color seppia

delle foto di un vecchio cimitero

nel quale i marmi s’incatenano al tramonto

 

La rabbia copre questa sera

e sogno la tua bocca che viva dell’ebbrezza

delle ultime foglie del Giardino Consacrato

 

È il mio basso universo che ti chiama

 

un vortice oscuro

                 sereno

trapunto di cicatrici di pugnale

 

son fatto di polvere di cielo

                               di alberi

 

con loro parlo

                      come loro il pianto tengo dentro

in un silenzio ombroso

sulle sponde ammuffite della mediocrità

che mente vi sopprime

 

- - - - -

 

Poi non ricordo nulla

 

di nuovo tutto è sfumato dal sorriso degli amici

 

è di nuovo passeggio per questi portici

divisi da spicchi di sole

e senza più badare alla gente

                              alle vetrine sempre uguali

 

Le passioni cambiano d’intensità

                                                  ma restano

ed io mi guardo

                        soddisfatto dei miei pochi successi

 

Grandi voli di labbra amaranto

e le spighe cadute al suolo

                                        a fecondarne il fango

 

Tutti a fissare il cielo occhisgranàti

come in maschere di clown

e la lacrima che si scava traccia

viagiù per la cipria gialla

 

il sorriso d’Arlecchino è scomparso dalle campagne

                                                                               ma come un faro

nella notte gioca a nascondino

                                               a volte

provocando ansia

                           suscitando scommesse

 

Le ruote dei carri seguono solchi tracciati da sempre

ed incitano la punta delle mie ali

                                                  con grida rauche

a tener loro dietro

                            ritto sul ponte di una nave

sommersa dal maestrale 

                                     vegliato dai chiari occhi del gufo

 

Non mi perderò dietro a fantasmi

                          dietro a te

 

passerai sotto questi occhi

e ti fisserò come svagato

 

sarò lontano

                   a bere il vento dal cavo di miamàno

 

 

(tratta dalla raccolta autopubblicata "In ombra"

come apparsa in "Opera Omnia Poetica - Vol. I")


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