Questo solerte mattino d’agosto
dal passo nuvolosamente chiaro
rema da marinaio scaltro
dentro una città dall’anima d’acqua,
di sentore di sale, d’argento,
dentro una laguna di vela e vento.
La luce tesa tra cielo e terra
promette un celeste viaggio interno.
Immobile mulina il tempo,
oblioso d’essere stato e d’essere:
allora si salpa nell’azzurra ora
che partorisce un mezzogiorno ardente?
Il tempo s’è fatto accesa preghiera.
S’è fatto nel respiro sospeso
del canale arresa bandiera.
E’ tempo d’attesa, è fuoco spento.
E’ spirito esule: lontano cerca e
vicino un perduto ordine sereno.
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