Pubblicato il 07/07/2017 07:01:35
Scrivo versi di cenere senza incipit o chiuse con il sapore amaro di cardi e un addio su cigli di tombini. Echi all'orizzonte svenano nel mare bisbiglia nella memoria un bianco vasto lambito da un’idea imperiosa scheggia erosa dal vulcano nel fondo della valle cosi il sangue delle cose diviene un grumo accanto a coefore mute. Ecco. Alfabeti esiliati inchiodano invocazioni di sepolti e lamenti di morte ora la terra è un grumo che recide i roveti grandi mentre un biancospino nella molteplicità delle ferite di questo strano inverno coglie suoni di tuberose
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