Dopo la battitura dell’oceano
nel sesto giorno della quindicina chiara,
all’inizio dei monsoni e la semina del riso,
veniva col frutto dell’albero di bel
[ suo seno e primo sposo ]
con ghirlande di tageti, poste ai piedi,
veniva Myanmar.
Lei era lassù,
scendeva dal freddo insieme al fiume
senza fretta. Lui non fece in tempo
ad accorgersi del suo indugiare,
che era già oltre.
Immediatamente capì di averla raggiunta
troppo tardi in un altro corpo.
In un altro corpo se la trovò di fronte.
La sua pelle sapeva di limone
quando il salice dell’arpa lacrimò
sul timbro della voce, proprio sesso,
nella forma di lingam.
Fu un sibilo soltanto,
misura di lago, dove adagiarsi.
L’obbedire la fecondò,
divenendo contorno la figura
il negativo spiraglio di salvezza,
la porzione più chiara
del loro anello.
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