Pubblicato il 03/06/2017 10:38:49
Dal regno di tenebra vorrei che il vento ti venisse a liberare
ora che anima in pena privata di memoria ed identità nell'infero dedalo senza via di salvezza sei costretta in perenne tormento a vagare.
La nebbia gelida che ti ha ghermita ti preclude l'orizzonte. Anche la speranza ha abbandonato il biancore dolente di questa stanza e della quiete s'è inaridita la fonte.
L'orologio alla parete scandisce il vacuo tempo dell'assenza senza i ricordi di un'estate al mare che non potrà tornare mai più,
mentre si consuma l'ultimo atto di un dramma già scritto e muta testimone mi perdo nella resa desolata ed immemore dei tuoi occhi blu.
A mia madre.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 1 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Marina Pacifici, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|